Una
macchina che pensa
Una
macchina che pensa è una contraddizione in termini.
Il
concetto di macchina rimanda ad un meccanicismo e ad una necessarietà
di conseguenze a partire da cause date, che sono proprio il nadir, laddove
noi consideriamo la spiazzante complessità della nostra mente lo
zenit.
Lo
slancio a costruire una macchina pensante è davvero antico ma,
come è evidente, da quando nella prima metà del secolo sono
nati i computer, esso ha ripreso vigore.
Ben
presto, però, i sogni di chi voleva vedere una riflessione sul
cosmo o su dio apparire spontaneamente sul monitor di un computer si
sono infranti sullevidenza che la più perfezionata e raffinata
delle macchine può al limite scimmiottare le facoltà umane,
riuscire ad ingannarci un bel po, ma nulla più di questo.
Un
approccio alternativo al problema venne fuori addirittura nel 1943
dai due scienziati McCulloch e Pitts padri della cibernetica e teorizzatori
del "connessionismo"; lidea, tornata in auge negli
anni 80, non è difficile da riassumere.
Il
connessionismo
Il
cervello animale (e dunque anche umano) ed il complesso dei suoi
nervi creano una "rete neurale", essa è sinteticamente
una rete, appunto, di elementi molto semplici simili ad interruttori;
gli stimoli che provengono dallesterno fanno accendere in
sequenze caotiche tali interruttori e così si disperdono
al loro interno, ma col passare del tempo tale procedura comincia
a diventare sempre più organizzata ed in un modo ancora
non chiarito, nella rete neurale emerge unorganizzazione
e strutturazione.
Il
livello di tale organizzazione è determinato essenzialmente
da due parametri: il numero di neuroni connessi e con quanti
altri neuroni è in collegamento ciascun neurone.
Se
la rete neurale umana è quel capolavoro che ci consente
la supremazia su ogni altro essere vivente è perché
i valori di questi due parametri in noi sono molto elevati.
Quanto
detto per le reti neurali naturali presenti in noi od in
un gattino ad esempio vale anche se una simile rete di "neuroni"
è costruita artificialmente.
Va
sottolineato come il meccanismo con cui avviene questo
sorgere dellorganizzazione è del tutto ignoto:
in effetti si tratta di un hardware "vuoto"
in cui nasce sua sponte il relativo software; è
come se in un hard disk completamente vuoto comparisse
spontaneamente un videogame senza che nessuno lo abbia
programmato. Lesempio fatto regge, ma solo fino
ad un certo punto, infatti questo particolare software
che si consolida e si evolve nella rete neurale può
crearsi solo lì: nessun programmatore al mondo
potrebbe concepirlo o anche solo riprodurlo.
Costruire
una rete neurale digitale è come piantare un
fiore: laddetto alla serra crea le condizioni
perché esso nasca, ma non ha la più vaga
idea di come ciò realmente avvenga e non saprebbe
copiare il fiore.
Galileo
e la rete neurale
Lindagine
scientifica, posta di fronte alla spontanea organizzazione
in parola, è in seri problemi: la nostra
ignoranza in materia, infatti, non è un fatto
contingente ma nasce proprio dallapproccio
che da secoli ha la scienza nei con fronti della
natura.
Per
studiare un fenomeno noi lo scomponiamo nei suoi
elementi costitutivi più semplici studiamo
questi singolarmente e poi linsieme come
somma di essi.
Ma
la rete neurale è il classico caso in
cui linsieme è più della
somma delle sue parti: per usare unanalogia,
anche se sappiamo tutto su come sono fatti tutti
gli esseri umani da ciò non possiamo
capire come funziona un partito politico eppure
solo di essi si compone.
Lo
spirito nel guscio
Il
rapporto mente-cervello è una discussione
in corso ormai da secoli. I punti che dovrebbero
considerarsi acclarati sono che il cervello
(la rete neurale) è cosa diversa
dalla mente. Essa è astratta ed intangibile,
per quanto metafisico possa sembrare questo
concetto. Forse risulta meno intangibile
se consideriamo che una novella di Borges
non si può con-fondere con il libro
fatto di carte resine etc. su cui è
scritta.
Nella
rete neurale si crea spontaneamente la
mente ed è la mente quella che
interessa.
Giove
e oltre linfinito
In
tutto il mondo sono in corso esperimenti
sulle reti neurali.
Sono
molto promettenti, ci fanno intravedere
delle potenzialità illimitate,
potrebbero essere una bolla di sapone,
ma con ogni probabilità non
lo sono.
Poste
certe condizioni iniziali si sviluppa
lintelligenza, che organica
o inorganica sia la rete non cambia
nulla a quanto pare (uno schiaccianoci
di ferro ed uno di legno funzionano
sul medesimo principio fisico
anche se i materiali di cui sono
fatti non potrebbero essere più
diversi).
In
linea di principio sulla base
di ciò potremmo unire
più menti travasare il
contenuto di una nellaltra
espandere una mente dandole
come sostrato una rete neurale
molto più grande ed interconnessa,
ma queste sono speculazioni
un po vane allo stato
attuale.
Unaltra
speculazione è quella
di pensare ad una rete neurale
enorme, gigantesca e a pensare
alla mente che essa partorirebbe;
va tenuto presente che ciò
che ci differenzia dagli altri
animali è il livello
della nostra rete neurale
come già detto, orbene
un essere del genere cosa
sarebbe? Forse rispetto a
noi ciò che noi siamo
rispetto ad un cane o magari
un insetto.
La
struttura per un faraonico
progetto del genere già
esiste ed è la rete
Internet.
Immaginiamo
un software che rappresenti
una piccola rete neurale,
ma che abbia la possibilità
di collegarsi via internet
ad altri software simili,
ed immaginiamo questo
software diffuso gratuitamente
tra gli utenti internet
in un grande numero di
computer sparsi in tutto
il mondo e che si attiva
automaticamente al momento
della connessione; avremmo
che la rete che unisce
i computer di tutto il
mondo diverrebbe limpalcatura
per la più grande
rete neurale immaginabile.
Ogni
utente con le necessarie
conoscenze potrebbe
evolvere e potenziare
il software e diffonderne
la nuova versione, un
grande numero di persone
prenderebbe parte attiva
nello sviluppo di questo
enorme "cervello
sintetico" stimolato
in maniera casuale e
non preordinata da tutti
gli utenti (non solo
lenorme dimensione
ma anche il tipo e la
quantità di stimoli
sarebbero del tutto
inediti).
Sarebbe
utile anzi creare
uno "standard"
unico in modo che
ogni programmatore
che voglia creare
un migliore software
di questo tipo possa
farlo usufruendo di
una totale (necessaria)
compatibilità
con gli altri preesistenti.
È
proprio questo ciò
che chi scrive desidera
proporre tramite
queste pagine: un
progetto che è
un po un grande
esperimento scientifico
ed un po una
specie di malattia
luetica, che deve
ammorbare un bel
po di menti
e di strutture digitali
per funzionare,
ma anche una gigantesca
opera di netart
collettiva: la sua
edificazione avviene
all'indirizzo http://www.k-code.com/index_DESIGN.htm
, e-mail [email protected]
, ed è
aperta a chiunque
voglia, a qualsiasi
titolo, prendervi
parte.
18
Dicembre 2001