|
«Etica ed estetica
sono tutt'uno»
|
|
(Ludwig Wittgenstein)
|
|
«Dal punto di vista di una definizione metacritica, la critica non può essere identificata con una singola funzione, nel senso che essa non è solo storia o teoria o giudizio valutativo ma è una struttura che si costituisce attraverso la relazione di quei tre momenti dell'interpretazione». |
|
(Filiberto
Menna, Critica della critica, 1980)
|
|
0.1) La nostra "credenza" più motivante
è che gli eventi dell'arte siano tra le migliori occasioni per
comprendere il presente oltre che una fonte di possibili godimenti "estetici"
0.2) L'arte si confronta da sempre con la tecnica e anche oggi può dunque sperimentare ulteriori risposte operative alle nuove necessità indotte dalla diffusione dei media tecnologici 0.3) Il critico fa sempre parte del quadro che descrive anche quando ritiene di poterlo osservare con imparzialità o da una certa distanza storica 0.4) Anche una semplice preferenza estetica comporta spesso risvolti etici, relazionali e ambientali da valutare sempre con attenzione 0.5) Ogni descrizione (o valutazione) è necessariamente parziale in quanto filtrata da criteri soggettivi spesso inconsapevoli 0.6) Per conoscere un territorio occorre in primo luogo cogliere in esso delle differenze (linee virtuali che trasferiamo in una mappa cognitiva provvisoria) 0.7) Le singole "poetiche" dell'arte propongono nuovi modelli di comportamento e modalità di rapporto alternative con un intero contesto epocale ed ecologico 0.8) Il rapporto tra arte e critica (o tra opera e artista, o tra evento e contesto...) non è semplice, lineare e univoco bensì complesso, circolare e reversibile 0.9) La dimensione della Rete rende oggi evidente la possibilità di affermare una visione "connettiva" e transculturale dell'arte potenzialmente condivisa su scala planetaria 1.0) Al primato di una soggettività intesa in chiave "egocentrica" o vitalistica, l'arte tende ora a sostituire una coscienza "ecocentrica" di ordine più elevato |