La Critica

Karl Jaspers, Psicologia delle visioni del mondo

Letture di Maurizio Grilli


:: Seconda lettura

 

Rimane la questione su cosa venga ordinato in questo modo in sfere, gradi, strati ecc. La formula più generale sarebbe che vi viene ordinata la varietà dei rapporti fra soggetto e oggetto. Soggetto e oggetto infatti non sono punti definiti e fissati una volta per tutte. Sono entrambi infiniti, insondabili. "I confini dell'anima non puoi conoscerli, tanto profondi sono essi", dice già Eraclito; e che tutti i mondi materiali [1] non ci pongano davanti agli occhi la cosa in sè, è noto dal tempo di Kant. Ogni mondo lo si può vedere in prospettiva, come visto dal soggetto (Teichmüller, Nietzsche), soggetto e oggetto sono per così dire l'uno l'ombra dell'altro; si definiscono e condizionano a vicenda. Nella divisione soggetto-oggetto si può certo stabilire qualcosa con certezza, la realtá spazio-temporale, il senso o valore, il mondo o l'anima ecc., ma ogni assolutizzazione trova i suoi nemici e quindi la sua dissoluzione in assolutizzazioni opposte. [2]

 

Per trovare i sistemi che corrispondono meglio alla sua ricerca, Jaspers parte dagli oggetti stessi della ricerca. Essi devono dare indicazioni sulla forma che meglio gli si addica. Così Jaspers parla per la prima volta della divisione soggetto-oggetto. Questa divisione è lo schema basilare della Psicologia delle visioni del mondo. Poiché la cosa in sé non è comprensibile, l'uomo può parlare solo di soggetto (ciò che egli ha in sé) ed oggetto (ciò che egli ha al di fuori di sé).

 

Il pensiero della varietá dei rapporti fra soggetto ed oggetto e dei tanti significati che soggetto ed oggetto assumono come qualcosa che non è affatto definitivo è il pensiero fondamentale del nostro ricercare ed ordinare sistematico.

[...]

L'accadere dell'anima nella sua totalità si chiama flusso dell'esperienza, realtá dell'esperienza

[...] [3]

Nel Flusso dell'esperienza è collocato il fenomeno primigenio che vede il soggetto stare di fronte ad oggetti. La nostra vita trascorre in questa divisione soggetto-oggetto. Esclusivamente in essa è la nostra molteplicitá. Non tutta l'esperienza però succede in divisione soggetto-oggetto. Dove non c'è più un oggetto di fronte, dove quindi manca e per questo è anche indicibile ogni contenuto [4] e dove ciononostante si verifica esperienza, parliamo nel senso più generale di mistica. La divisione soggetto-oggetto come la mistica sono materia della nostra osservazione psicologica: ci interessano solo i loro confini e le loro possibilitá estreme.

Da un punto di vista psicologico siamo però noi stessi soggetti e il rapporto soggetto-oggetto nel suo insieme è il nostro oggetto. Anche questa osservazione psicologica, come ogni altra, diventa però cosa nostra in quanto rapporto soggetto-oggetto di tipo specifico, solo quando noi, spingendoci fino ai limiti estremi raggiungibili, vogliamo capire le visioni del mondo. In ogni attimo, in cui pensiamo e formuliamo dando giudizi, le cose dette valgono solo da un punto di vista, per questo punto di vista. Nessun concetto, nessun principio nemmeno di questo libro psicologico può perciò essere posto in modo assoluto, nemmeno i nostri concetti finali e più oscuri: realtà dell'esperienza, divisione soggetto-oggetto, idea, spirito, vita, sostanza, autenticità. Vorremmo dunque uscire da noi stessi, fare un salto al di fuori di noi, trovare per così dire un punto di archimede al di fuori di tutti i rapporti soggetto-oggetto, raggiungere questi nella loro totalità materiale. È chiaro che questo ad un livello assoluto non è possibile, e dunque non è possibile in alcun modo, ma ne abbiamo un surrogato nella maggiore mobilitá possibile che possiamo conferire ai nostri punti di vista da soggetti. L'insieme di questi punti di vista che si correggono, si limitano, si relativizzano a vicenda, per nessuno dei quali però noi ci decidiamo, deve sostutiere il punto archimedico, che noi – chiusi come siamo in un tipo specifico di rapporto soggetto-oggetto – non possiamo raggiungere da questa nostra prigione. Inevitabile è d'altra parte la cornice di ogni opera intellettuale, una serie di concetti non verificati e non verificabili dai punti di vista raggiunti, dai quali parte il lavoro filosofico vero e proprio, che quindi in questo senso in questo libro non è stato fatto.

[...] [5]

L'opposizione fra soggetto e oggetto è così effettivo ai fini della caratterizzazione delle possibili posizioni, che lo prenderemo come punto di vista principale e lo useremo come veicolo del progredire sistematico.

[...] [6]

 

[figura 2a ] C'è una dimensione delle cose assolute cioè delle cose come esse sono in sé e per sé. Questa dimensione l'uomo non può né percepirla né capirla, perché i suoi sensi gli permettono sempre solo una percezione umana. La dimensione dell'assoluto va all'infuori in direzione dell'universo e verso l'interno in direzione dell'interiorità. In mezzo c'è il mondo, che l'uomo è in grado di conoscere e che Jaspers chiama visione del mondo (Weltanschauung). Come l'uomo presume l'assoluto fuori e dentro di sé, così c'è anche nell'ambito della visione del mondo una separazione fra ciò che l'uomo ha in sé (il soggettivo) e ciò che sta al di fuori dell'uomo (l'oggettivo). [figura 2b] Soggetto ed oggetto si influenzano reciprocamente.

 

1. Nel mondo spazio-temporale opponiamo i soggetti come individui psicofisici agli oggetti pensati come mondo circostante meccanicistico. Qui esiste un di fronte che non ha bisogno di essere sperimentato, che esiste solo per chi osserva e che esiste anche senza coscienza nel soggetto. Questa opposizione non ha alcuna importanza nella nostra capacitá comprensiva, se non per accentuare la proprietá degli altri rapporti soggetto-oggetto, che sono materia della psicologia che comprende. – Se distinguiamo esperienza e contenuto, io e materia, emerge certo nella scomposizione fenomenologica la divisione nel vivere effettivo, ma chi vive non deve necessariamente farsi cosciente di questo di fronte. Egli vive in modo immediato, ingenuo, irriflesso come cose sue tutti gli oggetti possibili, senza considerare la varietá delle sfere della materia e la varietá delle sue esperienze di soggetto. – Questo succede solo con la riflessione, nella quale l'uomo è presente a se stesso, si vede come forma, come unico se o come molteplicitá di molte forme di se.[7]

 

[figura 3a ] Affinché l'oggetto diventi cosciente al soggetto e generi una immaginazione, non è sufficiente che questo si trovi nell'in-tenuto [8]. Deve transitare attraverso il soggetto, cioè deve venire vissuto [9].

È il primo approccio di Jaspers alla Psicologia delle visioni del mondo vera e propria. Il soggetto del primo tipo vive l'oggetto in modo inconscio. Non è cosciente di stare vivendo qualcosa.

 

Si formano le modalità dell'uomo di stare nel suo mondo, gli schemi dell'ego. Egli prende posizione come soggetto nei confronti del proprio soggetto e si fa cosciente degli oggetti in modo nuovo. Ora tutto si spoglia della sua immediatezza ed ingenuitá e solo ora cresce la maggiore molteplicitá dei rapporti soggetto-oggetto.

[...]

2. Mettiamo di fronte da una parte la totalitá della materia e dall'altra il soggetto in assoluto. Il concreto e singolo individuo vive fra questi due mondi non colmandone nessuno, ritagliando da entrambi frammenti. In ogni uomo è riposto in potenza tutto, pur se in misura minima. Il giudizio negativo, che qualcosa manchi in modo assoluto, non é mai dimostrabile. Ciò che un individuo sviluppa, condizionato da circostanze, tempo, influssi, destini, lo si deve considerare come un ritaglio, che ci riesce di comprendere solo se riusciamo a inquadrarlo in quella totalità, che formiamo mettendo ordine. È chiaro che non possiamo esaurire nessun individuo, poichè esso é infinito, nè descrivendolo capirlo completamente, eppure esso è limitato se paragonato all'idea dell'uomo intero e del cosmo delle visioni del mondo, la cui idea deve guidarci nella presentazione ordinatrice di questo libro. Il singolo soggetto empirico non sará mai oggetto della nostra ricerca. [10]

3. IL rapporto soggetto-oggetto, quando esso è presente, è vissuto in ogni momento come chiara opposizione. La via dal soggettivo all'oggettivo e però lunga: sia che io viva la mia immagine del mondo [11] nel mondo immediato, nel cosmo limitato o nell'infinito [12] ogni volta esso è per così dire la definizione di singoli tratti su un percorso in direzione dell'oggetto.

[...]

È come se il rapporto soggetto-oggetto, del tutto univoco in se, potesse balzare avanti e indietro in modo tale che tutte e due le posizioni progrediscono. Ogni esperienza psichica ha in se qualcosa di proprio di un punto di vista.

[...]

fra oggetto e oggetto non c'è una linea, ma una rete infinita. [13]

[figura 3b ] La rete [14] è determinata dai movimenti fra oggetto e soggetto.

4. Non c'è per così dire una linea fra soggetto ed oggetto, ma numerose (le si potrebbe p.es. immaginare come un fascio che si scioglie e si unisce in punti nell'infinito del soggetto e dell'oggetto oppure come una quantitá di parallele). Osservando ciò vediamo che c'è una moltitudine di mondi della materia e che è possibile indagare le forme delle materialità separate dall'oggetto in quanto tale. Ci sono forme razionali, estetiche, ecc. della materia. È come se la strada dal soggetto all'oggetto passasse attraverso filtri di diversa fattura. Questi sono in se, senza tempo e spazio, né soggetto né oggetto, ma generanti sfere. Sono "a priori". [15]

 

Qui Jaspers si fa un po' complicato. Egli immagina un sorta di filtri nel soggetto, attraverso i quali transita il movimento verso l'oggetto. Ci sono diversi tipi di questi filtri, che Jaspers chiama reti (Gitterwerke) o forme della materialità. Esse esistono a priori. Ci sono già a prescindere dal tipo della visione del mondo. Le reti possono ad esempio essere razionali o estetiche. Il loro studio si chiama da Kant in poi ricerca trascendentale (transzendentale Untersuchung).

 

Queste forme trascendentali sono in se e per se vuote, sono puri filtri. Sono la condizione per la materialitá. Non sono ne fisiche, ne psichiche; ne soggettive, ne oggettive. Ma a seconda del filtro attraverso il quale il soggetto guarda, egli vede un tipo specifico di oggetti ed è psicologicamente in una specifica modalità dell'esperienza. Ogni filtro si può adagiare su tutto, non ha confini ed ogni volta gli oggetti appaiono materiali in un modo particolare.

[...]

Ovunque, dove un soggetto sta davanti qualcosa di materiale, si trovi egli in uno stato di febbre delirante, di ossessione o nei brandelli di coscienza lacerati del pazzo, ovunque quelle forme sono li. Esse sono ciò che in se è senza vita e senza forza; sono indispensabili, perdendole perderemmo anche l'intero soggetto. Per l'esserci spirituale della divisione soggetto-oggetto esse sono il medium, come l'acqua è per la vita organica l'indispensabile, il medium, ma apatica e senza forza. Sono la logica e le scienze analoghe a praticare la ricerca di queste forme. Per la conoscenza dello spirito umano questa ricerca non è piú interessante che la ricerca sull'acqua e le sue caratteristiche per la conoscenza della vita.

[...]

ma cosí come bisogna conoscere l'acqua per praticare biologia, allo stesso modo bisogna conoscere le ricerche trascendentali per fare psicologia.

5. I soggetti e la materia e fra di essi ciò che rende possibile il loro rapporto: le forme trascendentali, è uno schema per un in-tenuto di infinita molteplicitá, uno schema in cui bisognerebbe mettere il mondo intero. C'è qualcosa di rigido in questo. Porta movimento p.es. la domanda, per quale motivo in un caso specifico ci siano proprio certe relazioni soggetto-oggetto (p.es. estetiche) e non altre, perché si trovino insieme in un gruppo certune (p.es. estetiche e intellettuali-formali) e non altre e altre (p.es. le entusiastiche) vengano respinte. Con una risposta entriamo tendenzialmente dietro i rapporti soggetto-oggetto ed indirizziamo il nostro sguardo su ciò che vengono chiamate le forze, i principi, le idee, lo spirito. [16]

 

Jaspers ci presenta qui praticamente la struttura del suo libro. Osserviamo l'indice. Nella prima parte vengono analizzati i diversi tipi di visioni del mondo, nella seconda parte le forze, che mettono in movimento tutto il meccanismo. Principi, idee, spirito. La prima parte viene divisa in due parti: una parte descrive le disposizioni (Einstellungen), una parte descrive le immagini del mondo (Weltbilder), cioè le due componenti delle visioni del mondo: soggetto ed oggetto.

 

Queste [le forze, i principi, le idee ...] sono in se inconoscibili perché infinite e non fissabili in concetti, ma la comunione delle immagini oggettive nella divisione soggetto-oggetto deve essere descritta e classificata perché è espressione ed apparizione di quelle forze.

Per tutto quello che chiamiamo forza, principio, idea, spirito non possiamo dire che esse siano presenti solo nel soggetto o nell'oggetto.

[...]

Dello spirito di un tipo soggettivo non parliamo meno che dello spirito di immagini oggettive, istituzioni, opere, in generale materia.

 

Jaspers vede dunque questa forza non solo nel soggetto, ma anche nell'oggetto.

 

Da un punto di vista psicologico vediamo queste forze ancorate nei soggetti. Le vediamo apparire, le vediamo nei movimenti nell'ambito della divisione soggetto-oggetto e le vediamo nel flusso delle esperienze che avvoge questa divisione e in esperienze mistiche, cioè esperienze in assenza della divisione soggetto-oggetto. Vediamo come dal flusso della coscienza dopo l'espressione nella varietá della della divisione soggetto-oggetto sgorghino nuove esperienze mistiche e come dalla divisione, dalla sua essenza nascano forze nuove e approfondenti. Così risulta schematicamente per così dire un movimento circolare. Dalle forze nascono divisioni soggetto-oggetto specifiche e queste a loro volta risvegliano nuove forze.

[...]

Se si generalizza questo processo psicologico e lo si porta ad un livello metafisico di processo del mondo, si ottiene lo schema hegeliano: il rapporto del soggetto in assoluto e del mondo materiale è lo spirito che diviene, che è prima in se, poi diventa altro ed è per se (divisione soggetto-oggetto), poi ritorna in sé.

 

Jaspers ci mostra che ciò che normalmente si definisce dialettica, p.es. la dielettica hegeliana, è propriamente qualcosa di reale. Questo diventa dialettica, se il suo rapporto con la realtà va perso. Noi chimiamo qualcosa dialettico, se non riusciamo più a vedere la sua realtà. Così facciamo riferimento alla nostra esperienza. [figura 4a ] Da bambini viviamo la realtà in modo più semplice, direttamtente. Non riflettiamo molto prima di fare qualcosa. [figura 4b] Questo stato sembra poi andare perso per sempre. Così nasce una nostalgia per un rapporto diretto con le cose. Per soddisfare questa nostalgia pensiamo allora che forse dovremmo smettere di pensare, per tornare da non pensanti per così dire di nuovo alla condizione di bambini. Ma non si può tornare indietro e se ci proviamo, ci irrigidiamo. Guardandoci indietro non facciamo progressi. È come se da adulti volessimo indossare ancora vestiti da bambini. [figura 4c ] Se però non respingiamo il pensare, ma piuttosto lo spingiamo al suo estremo, vivremo  prima o poi una nuova forma di semplicità, ora adeguata al nostro stato, alla nostra età. Una semplicità ad un livello superiore, che ci sorprende.



[1] Fondamentale è la distinzione fra gegenständlich e objektiv e parallelamente fra Gegenstand e Objekt. Rendo questi termini in italiano rispettivamente con materiale e oggettivo, materia e oggetto. Per il significato di questi termini rimando al prossimo seguito. In breve qui si dica, che materia é la cosa in sè, che in quanto tale sfugge all'uomo in conoscenza e controllo, mentre oggetto é la visione che l'uomo ha della cosa in sè. È la cosa come egli la conosce e manipola.

[2] Cfr. Jaspers 1990, S 20-21.

[3] Cfr. Jaspers 1990, p. 21.

[4] Anche il termine Inhalt (contenuto) assumerá un valore centrale.

[5] Cfr. Jaspers 1990, p. 21-22.

[6] Cfr. Jaspers 1990, p. 23.

[7] Cfr. Jaspers 1990, p. 23.

[8] Traduco con in-tenuto la parola tedesca Inhalt, che normalmente viene tradotta con contenuto. In-tenuto corrisponde meglio al tedesco, che porta in se le componenti semantiche del tenere dentro e significa meglio il significato importante qui di cio che si trova dentro e vi rimane fino a quando non viene riproiettato fuori.

[9] La distinzione fra i verbi leben ed erleben è difficile da rendere con tale chiarezza in italiano. Leben significa vivere, erleben significa vivere una esperienza. Traduco anche erleben con vivere, affidando al contesto la definizione del significato.

[10] Cfr. Jaspers 1990, p. 24.

[11] Immagine del Mondo corrisponde al termine tedesco Weltbild, che è una delle tre componenti della visione del mondo. Le altre due componenti sono le disposizioni (Einstellungen) e lo spirito (Geist).

[12] Sono tre tipi di immagine del mondo.

[13] Cfr. Jaspers 1990, p. 24-25.

[14] Rete corrisponde al termine tedesco Netzwerk, che ha una importanza particolare nell'esposizione di Jaspers.

[15] Cfr. Jaspers 1990, p. 25.

[16] Cfr. Jaspers 1990, p. 26-27.


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