L'Estetica Transmodale
di Enrico Cocuccioni
In una ZONA SENSIBILE c'è sempre uno stato di tensione preliminare, una forma attiva di APPRENSIONE, per quanto minima o prossima allo zero. La ricettività agli stimoli esterni per un organismo qualunque non è dunque una forma di pura inerzia. Non è, insomma, una totale inattività ma presume già, per così dire, un qualche stato latente di ECCITAZIONE molecolare.
Il sopraggiungere dello stimolo è un EVENTO più o meno atteso o imprevisto. Sappiamo inoltre che uno stesso stimolo può risultare piacevole per qualcuno e spiacevole per un altro in base al modo specifico in cui l'evento viene interpretato e classificato da quel particolare soggetto: ciò dipende da una MAPPA o codice personale che si è formato in base a precedenti esperienze, vissute a loro volta come gratificanti o traumatiche a seconda dei casi.
La MEMORIA e l'IMMAGINAZIONE influiscono dunque in maniera determinante sul modo in cui lo stimolo PERTURBA il sistema omeostatico dell'organismo ricevente dopo aver raggiunto le sue superfici sensibili. Tale organismo in sostanza reagisce allo stimolo in virtù di un PROGRAMMA interno che viene continuamente aggiornato ma le cui caratteristiche costitutive sono in gran parte indipendenti dalla natura degli agenti esterni che interagiscono con i sensori corporei.
Il sistema omeostatico in questione non incamera semplicemente delle informazioni ma viene letteralmente e globalmente perturbato dallo stimolo proprio come uno specchio d'acqua s'increspa per poi rinnovare il proprio equilibrio isotopico dopo la caduta di un sasso. Il sasso cade in un punto preciso, ma l'effetto che provoca è, come ben sappiamo, un'espansione di onde concentriche che diventano via via meno evidenti quando si allontanano dal punto d'impatto. La segmentazione culturale del sensorio umano in canali dominanti (VISIVO, AUDITIVO e CINESTETICO) è frutto di convenzioni pragmatiche storicamente determinate, a loro volta legate alle tecnologie prevalenti in quel contesto.
Tali MODALITÀ sensoriali possono poi essere ulteriormente scomposte in SOTTOMODALITÀ pertinenti, ovvero in singole componenti qualitative che concorrono a determinare il significato soggettivo di un percetto. Ad esempio, sappiamo che un segnale visivo può apparire più o meno NITIDO e LUMINOSO, e questi singoli fattori percettivi che costituiscono l'aspetto complessivo del "messaggio" influiscono sul modo in cui ciascuno ne "inquadra" il significato, ne valuta mentalmente la configurazione complessiva o ne traspone l'impatto sul piano emotivo.
Dato che il sistema ricevente viene globalmente interessato da ogni singolo evento stimolatore, esistono particolari interazioni tra le diverse modalità sensoriali (fenomeni definiti INTER o TRANS-MODALI) che costituiscono precisamente il CAMPO SINESTETICO. L'attuale "senso comune" delle ricerche progettuali sia nel campo dell'arte, sia in quello del design (a prescindere dall'adozione o meno di strumenti multimediali interattivi), è forse oggi costituito proprio dalla nozione di INTERFACCIA.
Le nuove interfacce artificiali sono appunto quelle SUPERFICI SENSIBILI che mobilitano globalmente i nostri sensi malgrado una certa oggettiva "povertà estetica" o relativa "inconsistenza" dei supporti tecnologici più diffusi. Sulla ulteriore sensibilizzazione di tali superfici si concentrano dunque oggi le ricerche dell'arte sinestetica.