0.8 Linea del Tempo

Nel gergo tecnico si defininisce Timeline o Linea del Tempo la visione schematica della sequenza di eventi programmata in sede progettuale dall'autore di un'opera audiovisiva o multimediale. Lo scopo di questa guida è introdurre il lettore al metodo creativo di quelle tre sequenze parallele che costituiscono le colonne portanti del prodotto audiovisivo, sia esso un film d'animazione o uno spot pubblicitario o una sigla videografica. Tale metodo implica la messa a punto di una tavola sinottica che rappresenta le inquadrature principali con cui si può riassumere la storia da realizzare (Story-Board). Le procedure di Storyboarding implicano quindi l'adozione di uno schema di questo tipo:

Come si può vedere in questo schema operativo (simile a quello adottato nelle interfacce grafiche di molti programmi per l'animazione e il montaggio video), la scrittura progettuale di un'opera audiovisiva si compone mediante una sequenza di segni analogici e di notazioni convenzionali impostata su tre livelli paralleli, tre fasce principali, orientate verso una medesima direzione evolutiva, ovvero in base ad una linea del tempo che può essere orizzontale (se il modello di riferimento è la pagina scritta) o verticale (se il richiamo è, invece, allo scorrimento della pellicola cinematografica). Anche in quei prodotti multimediali che non seguono percorsi unidirezionali e irreversibili ma si basano su connessioni plurime tra insiemi di dati eterogenei, si presume in genere un luogo di partenza (una home page) in cui è possibile tornare in qualunque momento, nonché un centro della linea del tempo dal quale si può procedere in avanti, verso il futuro, ovvero andare alla pagina successiva (next), oppure tornare alle pagine precedenti (back). Il modello, come si può constatare, è ancora rappresentato dalla struttura del libro, anche se il nuovo libro ipertestuale non ha più, per così dire, una "rilegatura" fissa o rigidamente consequenziale, non è vincolato fisicamente alla staticità delle immagini e alla silenziosità del testo scritto, può inoltre svilupparsi in profondità mediante simulazioni prospettiche che rendono facilmente praticabile anche una visualizzazione in senso sagittale della linea del tempo. In altri termini, ci si può muovere con lo sguardo in una galleria virtuale, nella terza dimensione, lungo l'asse z del campo visivo, anziché lungo quella direzione esclusivamente riferibile all'asse x in cui da secoli, nella nostra cultura, si sviluppa il percorso della lettura di un testo nello spazio bidimensionale della pagina.

La timeline non è semplicemente definibile come una linea retta. Nelle diverse culture o nelle svariate declinazioni soggettive del vissuto temporale, l'evoluzione degli eventi storici può assumere di volta in volta forme differenti. Esistono tuttavia alcune forme tipiche, ricorrenti, quasi degli archetipi che rinviano in modo più o meno diretto all'esperienza del tempo che scorre. Il flusso del divenire è, per esempio, facilmente assimilabile all'idea del fiume, del fluire dell'acqua. L'andamento non è necessariamente rettilineo, ma può assumere la classica forma curvilinea, lo stesso aspetto sinusoidale dell'onda. Si tratta infatti di una metafora usata spesso fin dalle origini del pensiero occidentale: "Tutto scorre", dice il celebre motto di Eraclito. Ma le anse di un fiume indicano la possibilità, per quanto puramente analogica, che un cambiamento direzionale comporti una qualche inversione del tragitto dell'acqua simile ad un percorso a ritroso nel tempo, sebbene il filosofo ci avverta che la corrente va sempre dalla fonte alla foce e non è possibile immergere due volte il piede nell'acqua dello stesso fiume. La temporalità può essere evocata da quegli stessi elementi usati anticamente per misurare il tempo: dalle clessidre ad acqua alle meridiane solari. E infatti il ciclo solare rappresenta un altro paradigma ricorrente, quello che scandisce nel modo più chiaro le alternanze tra la notte e il giorno, nonché il ritmo stesso delle stagioni. L'idea del ciclo, della circolarità ricorsiva, privilegiata dalle culture arcaiche e contadine, è alla base di tutte le concezioni del tempo che non intendono basarsi sulla categoria della progressione, della crescita evolutiva (il modello ad albero, per intenderci, il quale implica una positiva espansione o un funesto allontanamento dalle radici, a seconda dei casi), bensì su quella dell'eterno ritorno dell'identico. Se il ciclo solare è riferibile allo schema circolare dell'anello, il sole in quanto tale è riconducibile anche all'idea della stella, ovvero ad uno schema radiale. Le moderne teorie sull'origine dell'universo non fanno che rilanciare nel nostro immaginario scientifico questo antichissimo modello interpretativo che individua nel cosmo un nucleo circondato da linee di luce che s'irradiano simultaneamente verso l'esterno. Raggi di luce che perdono via via la loro luminosità allontanandosi dal centro. Sia l'ipotesi della grande esplosione, sia l'immagine opposta, quella dell'implosione, appartengono in qualche modo ad un modello stellare della temporalità. Un modello che suggerisce anche l'aspetto entropico del tempo che passa, ovvero l'idea dell'irreversibilità e della dispersione dell'energia. Sul piano simbolico la stella, infatti, può essere vista sia come una fonte (di calore, d'ispirazione), sia come una struttura dissipativa. Ogni singolo raggio dello schema radiante può a sua volta evocare, dunque, la freccia del tempo. Di qui l'idea della linearità unidirezionale della timeline. Nella nostra cultura questo è il percorso medesimo della scrittura. L'occhio segue la riga di testo in base ad un orientamento che è sempre lo stesso e che struttura lo spazio della pagina come fosse una tessitura o un campo arato. Lo strumento per scrivere o disegnare traccia, seppure solo virtualmente, un solco sul quale l'occhio dovrà dirigersi ed entro cui l'interpretazione dei segni dovrà mantenersi. Il linguaggio dis-semina i propri sensi in questo più o meno laborioso procedere sequenziale dei grafemi discreti del nostro alfabeto. Il tempo della scrittura è bensì lineare e univoco, ma è anche un tempo segmentato, riducibile persino ad una serie puntiforme di unità tra loro ben distinte. Esso è pertanto un tempo misurabile, spazializzato, controllabile dall'occhio. Quando il tempo scorre dall'alto verso il basso siamo invece nel registro simbolico della caduta. Un esempio è quello della pellicola cinematografica che scorre nel proiettore. Molti fenomeni organici seguono, com'è noto, una linea d'accrescimento a spirale, dalle conchiglie alle corna di certi animali. Ma anche nella sfera macroscopica, astrofisica, della forma delle galassie, troviamo innumerevoli approssimazioni a questo schema morfologico. Un antico strumento cinese per la misurazione del tempo consisteva di una miccia a spirale che, bruciando, indicava il passaggio da una fase all'altra della scansione cronologica: un modo per far giocare insieme quel campo semantico della temporalità in cui l'istante vissuto si lascia alle spalle il proprio passato, con quel potente simbolismo del fuoco che consente di assimilare la vita stessa ad una specie di combustione. L'asse ottico del soggetto umano individua, infine, con il suo evidente significato "prospettico" per la nostra esistenza, la linea sagittale come possibile declinazione della timeline: l'immagine è quella di una strada che stiamo percorrendo. Il punto in cui siamo coincide con la percezione cinestetica del presente. Il punto di sparizione (vanishing point) posto all'orizzonte, verso cui tutte le linee di fuga della strada convergono, diventa allora, sul piano delle metafore ricorrenti, una prefigurazione visiva del futuro o una meta ideale da raggiungere.

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