0.9 Canali Dominanti

Esistono modelli di comunicazione efficace? C'è chi sostiene che è possibile rendere esplicite, e dunque trasmissibili, delle strategie che sembrano particolarmente indicate per chi voglia replicare i successi dei più abili comunicatori.

Abbiamo visto che fare uno storyboard significa, in pratica, progettare tre sequenze parallele di segnali interconnessi: c'è una colonna visiva composta da una serie d'inquadrature; c'è una colonna sonora che può includere musica, voci ed effetti acustici di vario tipo; c'è infine una colonna che prevede indicazioni tecniche relative al movimento delle forme, ai ritmi e alle durate audiovisive, alle modalità di transizione da un'immagine all'altra. Queste tre colonne corrispondono più o meno ai tre canali sensoriali dominanti (visivo, auditivo, cinestetico) la cui adeguata e simultanea attivazione può rendere "seduttivo" anche il messaggio più banale. Secondo gli inventori di una metodologia definita Programmazione Neurolinguistica (PNL), questo saper utilizzare i canali sensoriali dominanti è appunto uno dei "segreti" del buon comunicatore. La PNL intende proporsi, infatti, come una esplicitazione della struttura dell'esperienza soggettiva e delle più influenti modalità comunicative. Tale approccio si basa sulle ricerche in campo linguistico, psicologico e cibernetico iniziate sul finire degli anni '70 da Richard Bandler e John Grinder, volte inizialmente a chiarire i metodi clinici d'induzione ipnotica introdotti in psichiatria da Milton Erickson. Un modello teorico-operativo rivelatosi efficace in ambito psicoterapeutico ma anche di notevole versatilità applicativa, ad esempio nei settori della didattica, del marketing e della comunicazione aziendale. Ecco allora uno schema riassuntivo che può essere utile tener presente:

 

Sottomodalità delle rappresentazioni sensoriali

(Submodalities of Sensory Representational System)

 

Saper intervenire creativamente sulle Sottomodalità Sensoriali significa, secondo la PNL, poter intervenire in termini consapevoli anche sulle risposte emotive automatiche innescate dalle nostre rappresentazioni mentali. Ma è appunto questo effettivo coinvolgimento a più livelli del nostro Destinatario-Modello che in genere si tenta di ottenere mediante le tecniche d'immaginazione guidata su cui si basa l'ideazione di uno storyboard.

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