La Critica

La poetica dadaista per un approccio al prompting creativo nell’AI

di Riccardo Santilli

Roma, 7 gennaio 2025

Per fare una poesia dadaista.
Prendete un giornale. Prendete le forbici. Scegliete nel giornale un articolo della lunghezza che desiderate per la vostra poesia. Ritagliate l'articolo.
Ritagliate poi accuratamente ognuna delle parole che compongono l'articolo e mettetele in un sacco.
Agitate delicatamente.
Tirate fuori un ritaglio dopo l'altro disponendoli nell'ordine in cui sono usciti dal sacco.
Copiate scrupolosamente.
La poesia vi somiglierà.
Ed eccovi divenuto uno scrittore infinitamente originale e di squisita sensibilità, benché incompresa dal volgo.

Tristan Tzara, "Per fare una poesia dadaista", dal "Manifesto sull'amore debole e l'amore amaro" del 1921.

Diete unilaterali

Il movimento dadaista è noto per la sua influenza sull'evoluzione del linguaggio pubblicitario e per aver lasciato un’impronta indelebile nella cultura pop. Tuttavia, questo fenomeno tanto effimero quanto rivoluzionario, potrebbe riservarci un'altra lezione sorprendente: un insegnamento sui modelli di interazione con l’Intelligenza Artificiale, in particolare nel campo del prompting.

L’approccio standard al prompting è articolato attraverso tre parametri chiave: RUOLO (Act as), TASK (Create a), e FORMAT (Show as). Potremmo chiamarlo, con Wittgenstein, un nuovo gioco linguistico, costruito su regole ben definite. L’Intelligenza Artificiale generativa è, in effetti, un partner ideale per fare giochi linguistici. Tuttavia, se ci limitiamo a un unico tipo di gioco—quello con ruolo, compito e formato—rischiamo di fare, citando Wittgenstein, una sorta di “dieta unilaterale”:

Una delle cause principali della malattia filosofica – una dieta unilaterale: nutriamo il nostro pensiero con un solo tipo di esempi. (Ricerche filosofiche, par. 593).

Le diete unilaterali, si sa, non fanno bene. Nel caso dell’AI generativa, portano a problemi come la fissità, la mancanza di creatività e la ripetitività. Chi tenta di utilizzare l’AI in modo creativo si scontra spesso con questi limiti: le risposte diventano piatte, prevedibili e ogni tentativo di cambiare direzione produce variazioni minime.
Scopo di questo articolo è mostrare come “diversificare la dieta” attraverso alcune tecniche mutuate dalla poetica dadaista.

Il paradosso della creatività “artificiale”

A dispetto del comune sentire che considera la creatività una capacità quasi esclusiva della mente, l’AI generativa arriva a risultati notevoli nei test psicologici standard della creatività quali l’Alternative Uses Test (AUT) e il Remote Association Test (RAT). L’AUT misura la capacità di ideare usi alternativi per oggetti comuni, come uno spazzolino da denti. In questi test, l’AI dimostra fluidità (la capacità di generare rapidamente un gran numero di risposte o soluzioni) e flessibilità (la capacità di cambiare approccio, abbandonare schemi mentali rigidi e trovare soluzioni in ambiti o categorie diverse). Il RAT, invece, valuta la capacità di associare idee apparentemente lontane, ad esempio collegando le parole “bianco”, “gatto” e “porta” con il termine “casa” (es. casa-bianca, gatto di casa, porta di casa). In entrambi i casi, l'AI genera risultati pari o superiori a quelli umani, ma nella pratica quotidiana spesso fallisce nel creare risposte ispirazionali o significative. Ecco il paradosso: se l’AI risulta così performante in questo tipo di test di misurazione della creatività, come mai l’esperienza d’uso risulta spesso deludente?

Il “Sistema 0” della creatività

Il modo in cui si pone il problema creativo è probabilmente il nodo della questione. Innanzitutto, il modello fattoriale della creatività non è l’unico modello di riferimento per la comprensione di questa facoltà. Tuttavia, volendo rimanere sul modello fattoriale, occorre evidenziare che l’intelligenza artificiale agisce sempre a partire da un nostro prompt, pertanto, i limiti nella risposta potrebbero essere i nostri limiti nella specificità della richiesta. Il concetto di Sistema 0, proposto da Chiriatti et al. (2024), rappresenta, da questo punto di vista, un paradigma utile per ridefinire l'interazione tra esseri umani e AI, anche per la creatività. Rifacendosi agli studi di Daniel Kahneman è alla teorizzazione dei cosiddetti Sistema 1 (pensiero intuitivo) e il Sistema 2 (pensiero analitico), il Sistema 0 vuole essere una proposta teorica per rappresentare gli effetti dell’integrazione tra pensiero umano e intelligenza artificiale. L’AI diventa un’estensione cognitiva, capace di elaborare grandi quantità di dati e proporre alternative che l’essere umano potrebbe trascurare. Nel contesto creativo, il Sistema 0 non mira a fornire soluzioni definitive, ma supporta il processo esplorativo, generando bozze, idee preliminari e scenari alternativi. Questo approccio riduce la pressione di trovare l’idea perfetta al primo tentativo e trasforma l’AI in uno strumento collaborativo. L’essere umano, integrando questi spunti, può affinare soluzioni più complesse e significative. Questa sembra essere la strada giusta per inquadrare correttamente il processo creativo nell’interazione con l’AI ma non è ancora sufficiente. Le caratteristiche di fluidità, flessibilità e capacità associativa dell’AI possono portare a risultati significativi solo se l’AI è opportunamente “spinta” oltre i suoi stessi schemi. In altre parole, l’AI può essere più creativa, purché si utilizzino tecniche di prompting per esaltare le sue capacità e, su questo punto, la poetica dadaista, può esserci di grande ispirazione.

Tecniche di “Dadaprompting

Il dadaprompting può essere basato su cinque strategie:

·      Personificazione e metafore interattive

·      Paradossi e ossimori

·      Casualità guidata

·      Contesti surreali

·      Creazione combinatoria

Personificazioni e metafore inaspettate

Trattare l’AI come una persona, specificandone il ruolo, porta a risposte più pertinenti e competenti, ma se vogliamo risposte più creative occorre spingersi verso soggetti “inaspettati”. Ad esempio, far parlare una sedia sul tema dell’inclusione offre una prospettiva nuova: la sedia accoglie tutti senza distinzione, diventando una metafora potente per il concetto di inclusività. Questo cambio di prospettiva sfrutta il campo semantico associato alla sedia, che diventa un veicolo per idee più originali.

Paradossi e ossimori come stimolo creativo

Usare paradossi o contraddizioni apparenti nei prompt spinge l'AI fuori dai pattern prevedibili. Ad esempio, chiedere di generare usi alternativi di uno spazzolino escludendo il concetto di “pulizia” porta a risultati più divergenti, come l'uso dello spazzolino come stampino artistico o come supporto per modellare l'argilla. Gli ossimori, come “sincerità artificiale” o “compagnia solitaria”, possono essere utilizzati per creare titoli suggestivi per eventi o progetti. Questi termini combinano concetti opposti, stimolando la riflessione e suggerendo nuove connessioni.

Casualità guidata

L’introduzione di elementi casuali nei prompt aiuta a superare le associazioni più ovvie. In alcuni test, la richiesta di risolvere il problema delle colonnine di ricarica per auto elettriche utilizzando parole casuali come “fiume” o “albero” ha portato alla generazione di idee come stazioni di ricarica galleggianti o integrate in strutture simili ad alberi con pannelli solari.

Contesti surreali

Creare contesti surreali mescolando campi concettuali apparentemente distanti può portare a soluzioni innovative. Ad esempio, chiedere a personaggi dei cartoni animati o supereroi di proporre strategie per incentivare l’uso della webcam nelle call può trasformare una regola in un gioco motivante, con ricompense simboliche o sfide creative.

Creazione combinatoria

Mescolare elementi da serie diverse è un metodo efficace per generare idee nuove. Per esempio, combinare modelli didattici come “lezione frontale”, “simulazione” e “feedback individuale” ha portato alla creazione di format innovativi. Questo approccio può essere applicato anche alla generazione di idee di business, combinando settori come moda, viaggi e tecnologia.

Conclusioni

Il dadaprompting rappresenta un modello innovativo per diversificare l'interazione con l'AI, integrando creatività e metodo. Ispirandosi al dadaismo, queste tecniche trasformano il prompting in un processo meno prevedibile in cui l'AI è spinta verso l’esplorazione nuove possibilità. Attraverso metafore, casualità e paradossi, è possibile superare i limiti degli schemi predefiniti, favorendo una creatività più ricca e significativa. L’AI, lungi dal sostituire l’immaginazione umana, la potenzia, offrendo uno strumento per affrontare le sfide creative con prospettive nuove e diversificate.

Bibliografia

Dadaismo

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Wittgenstein

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Creatività (modelli fattoriali e associativi)

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